Pervasività della tecnologia e nuove consapevolezze

di Elio Occhipinti

 

Sembra ormai banale affermare che il mondo sta diventando sempre più complesso e l’accelerazione dei cambiamenti, la quantità di informazioni e la globalizzazione degli eventi e dei saperi generano sempre nuove sfide, interrogativi ma anche forte malessere e stress.

 

Sta di fatto però che come psicoterapeuta colgo sempre più nei miei clienti la richiesta non solo di affrontare un disagio psichico, come avveniva in passato, ma anche di capire come orientarsi e trovare un senso a questo mondo, che per via della tecnologia, sta cambiando rapidamente.

 

E sì perché in effetti le nuove tecnologie stanno modificando il nostro modo di percepire e interagire con il mondo esterno, così come la nostra identità va sempre più formandosi attraverso realtà virtuali. 

 

Realtà che trovano una sempre maggiore diffusione  grazie agli enormi investimenti che vengono fatti  in primo luogo dalle industrie militari, infatti l’addestramento si basa sempre più sull'utilizzo di scenari virtuali per diminuire i rischi e i danni alle persone e agli equipaggiamenti, ma la sorpresa è che i secondi maggiori investimenti vengono dall'industria pornografica che ha costatato  che  il sesso virtuale, sia attraverso immagini 3D sia con le tute dotate di sensori, attira nuove fette di mercato. Sesso facile da trovare, facile da consumare, da gestire e senza complicazioni relazionali.

 

Questo progressivo adattamento ad interagire con realtà virtuali anche nelle nostre attività quotidiane, senza accorgercene è diventato “normale”. Come ognuno di noi può osservare portiamo già con noi terminali che ci consentono di interagire con realtà virtuali, ad sempio attraverso il cellulare è sempre possibile rimanere in contatto con gli amici o il lavoro, possiamo visitare un museo o percorrere una via sconosciuta, e tanto altro ancora.  Tutto utile e funzionale ma che sta creando nuove dipendenze che destano non poche preoccupazioni. Avete presente  l’iniziativa del sindaco di Vigonza, nel Padovano, che nel 2016 ha offerto una gita in cambio della rinuncia a una settimana di cellulare? Hanno aderito in 63 su oltre 500 studenti, solo il 15%. 

 

Tutte queste riflessioni non servono però allo scopo di demonizzare la tecnologia ma per cercare di capire verso quali condizioni future si sta dirigendo l’umanità.

 

Infatti, oltre la realtà virtuale e i sensi virtuali la tecnologia prossimamente farà parte integrale anche della nostra vita biologica: le nanotecnologie, le biotecnologie e la robotica sono ormai pronte a riparare, sostituire, migliorare il nostro corpo. 

Ma come cambierà il nostro modo di percepire la realtà quando questa si offrirà soprattutto attraverso uno schermo o un’immagine proiettata sulla nostra retina? Come si modificherà il nostro pensiero se le informazioni saranno mediate oltre che dai nostri sensi anche da una tecnologia specifica non progettata da noi?

 

Lo scenario si apre ad ulteriori interrogativi quando scopriamo che un’ingente quantità di investimenti confluisce in programmi che permetteranno di creare dei nostri avatar in rete. Google in testa con il suo direttore scientifico Ray Kurweill, che molti di voi conosceranno come inventore e sostenitore della Singolarità. 

Già oggi è possibile aderire a ricerche in cui ci si impegna a trasferire in memorie esterne i nostri ricordi,  impressioni, opinioni, immagini e via di seguito. Con quale fine? Quello di arrivare entro il 2045 ad una nostra copia digitale che agisca in rete come un nostro doppio ma virtuale.

 

Le opinioni su questa progressiva perdita di senso dell’uomo e della sua umanità sta generando un grande dibattito che si condensa in una particolare riflessione: tutto ciò sta portando alla fine dell’uomo così come lo conosciamo e all'avvento di sofisticate Intelligenze Artificiali o è una nuova opportunità evolutiva?

 

Sta di fatto che oggi è in rilevante aumento lo stress digitale  e sotto questo termine rientrano varie dipendenze: videodipendenza, social network mania, sovraccarico di informazioni,  stress da multitasking, dipendenza dal cybersex, che si manifestano con numerosi sintomi: mal di testa, ipertensione, ansia, attacchi di panico, calo della concentrazione, disturbi gastrointestinali e cardiocircolatori, depressione, isolamento, calo del desiderio fino ad alterazioni comportamentali. 

Un fenomeno talmente in espansione che negli Stati Uniti sono state avviate numerose iniziate tra le quali spiccano i campi di digital detox, una sorta di villaggi vacanza dove disintossicarsi dall'eccessiva dipendenza dal mondo digitale.

 

Riappropriarsi della capacità di diventare osservatori consapevoli, di fermarsi e riflettere, di scoprire cosa accade, solo così abbiamo la possibilità di porre dei giusti limiti all'uso delle tecnologie.

 

Ecco allora il senso dello sviluppare una nuova abilità: essere capaci di disconnettersi e riconnettersi con consapevolezza.