Sessualità e spiritualità

scontro o incontro?

di Elio Occhipinti

 

La maggior parte di coloro che praticano una via spirituale, non importa quale essa sia, conoscono l’importanza di comprendere  quale ruolo giocano le energie sessuali nel loro percorso.  Sanno, infatti, che sottovalutarle è fonte di fraintendimenti e  di sofferenza invece di essere una sorgente di energie positive utilizzabile sia per accedere alla dimensione energetica del ‘cuore’ sia alla possibilità di aprirsi alla scoperta dell’altro da sé.

Tra i maggiori ostacoli alla comprensione ci sono sicuramente  i condizionamenti sociali e culturali che relegano la sessualità a funzione fisiologica importante per la maturazione personale e il mantenimento di un buon equilibrio psicofisico, ma nulla di più. Inoltre la sessualità è strettamente connessa alla nostra vita emozionale e per lo più, quando se ne parla, lo si fa per evidenziare la sua dimensione involuta e problematica, ad esempio per descrivere episodi negativi parlando di coloro che appagano egoisticamente i propri sogni e desideri attraverso il partner, o che la utilizzano come strumento per liberarsi dalle proprie frustrazioni la sessualità viene così ridotta a un’esperienza limitata e governata dai bisogni e dai desideri incapace di condurre verso una reale apertura verso l’altro che si dice, a torto, il proprio amato o amata. E anche nell'ostentazione estrema della sessualità che caratterizza il nostro tempo si coglie, piuttosto che la prova di una grande libertà, il sintomo delle carenze dell’essere umano e della sua incapacità di cogliersi nella sua interezza di corpo, mente e spirito.

Ma perché la sessualità sembra essere così importante per un ricercatore spirituale? Sappiamo che l’energia sessuale è una formidabile potenza creatrice al servizio della specie umana e, in senso più ampio, uno slancio che permette all'intera evoluzione cosmica di rinnovarsi continuamente ad un ritmo dinamico e incalzante.

Nell'antichità, sia in occidente che in oriente, questa forza e il suo modo di manifestarsi, venivano descritti attraverso leggende e miti perché questi sono gli unici strumenti adatti  ad esprimere un processo così vitale e incommensurabile.

Nella nostra cultura occidentale è giunto dall'antica Grecia il mito di Eros i cui contenuti e archetipi vivono ancora oggi in ogni individuo, e da cui  ancor oggi è possibile ricavare dei validi insegnamenti.

Il più significativo tra questi, condiviso da tutte le vie sapienziali, è quello di non limitarsi a  vivere la magica e vitale potenza sessuale come  una semplice spinta utile ad appagare qualche necessità egoistica o come mera necessità biologica. Bisogna aprirsi anche alla dimensione di Eros come spinta all'amore e alla bellezza, e alla sua opportunità di arricchire la dimensione puramente fisica con emozioni che trascendono la sfera egoica e permettono di accedere alla cosiddetta dimensione del cuore, uno spazio il cui si può fare l’esperienza di essere degli individui completi, stabili eppure in un vitale e perpetuo fermento. Certo non è facile perché per  raggiungere questa significativa condizione non si chiede solo una fisicità sana e funzionale ma anche un superamento dei condizionamenti culturali e personali, e  soprattutto una convinta disponibilità ad aprirsi a se stessi e all'incontro dell’altro da sé. Non dimentichiamo, infatti, che prendersi cura della propria sessualità all'interno di  una via spirituale contempla anche la condivisione e la fusione con l’altro; sperimentando così che nel momento più intenso dell’abbraccio di due corpi questi rimarranno due entità separate, ma ciò nonostante diventeranno veicoli capaci di trasportare i due esseri che si abbandonano reciprocamente uno all'altro verso l’ascesa interiore e verso la realizzazione di sé.

 

Vivere la sessualità in modo completo e appagante è possibile aprendosi alla danza che pervade il mondo e alle energie vivificatrici che lo formano e rinnovano continuamente. Questa è la forza di Eros che ognuno può incontrare, riscoprire e utilizzare per andare al di là della mera apparenza della fisicità, e nella vita di coppia raggiungere quella dimensione di libertà ove ognuno dei due amanti chiama ed esorta l’altro a raggiungere vette sempre più elevate di gioia ed espansione della coscienza.

 

(pubblicato su Vivere lo Yoga, n° 70/2016)